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L’orso perfetto non esis…

E invece sembra proprio di sì. Ma andiamo con ordine.

Iniziano a costruire il Big Ben, finisce la guerra di Crimea, e un tale Max Hermann Pfanner, goloso di sidro, decide di farci un business.
Un’ottima annata, il 1856!
Ma anche il 1920, quando dal sidro siamo passati alla produzione del primo succo di frutta di mela e pera non fermentato, conosciuto come “Süßmost”, per gli amici “vino di frutta”.

Dopo due guerre mondiali, negli anni 60 siamo più carichi che mai: l'azienda si espande, aumenta la richiesta dall’estero, e negli anni 70 si vive una vera e propria fase di internazionalizzazione, dove i nostri prodotti iniziano a destare curiosità soprattutto nel Medio Oriente. Ma non è finita, sai anche tu che quando si diventa grandi, lo si fa un passo per volta: nel 1982 lo stabilimento di produzione di Lauterach, in Austria, viene ricostruito: il primo grande progetto di Hermann!
Si è fatto poi prendere la mano e nel 1986 finisce anche la costruzione del nuovo impianto per la produzione di concentrati di frutta ad Enns (alta Austria).
Dopo tutti questi passi… beh, arriva l'ora di correre: nel 2001 Pfanner inizia la produzione di succhi di frutta e tè freddi in Germania diventando leader del mercato tedesco, e nel 2012 nasce in Basilicata il primo stabilimento produttivo italiano, in cui i fratelli Pfanner lavorano la frutta coltivata nel Sud Italia (pesche, albicocche, fragole, sono solo un assaggio). 

Cosa c'è dietro tutto questo? La domanda è chi: due menti diverse ma complementari, Peter ed Hermann Pfanner, il primo con la testa da imprenditore, forse perché cresciuto in culla di fronte all’ufficio del padre, l’altro un classico visionario appassionato di frutta. Oggi Pfanner ha più di 160 anni, ma li porta bene. Ha 6 generazioni alle spalle (che nel frattempo sono diventate quelle di un nuotatore), ma come dicono i nostri frutti, le rughe non sono segno di vecchiaia, ma di maturazione. Non possiamo che essere d’accordo.

Ok, la parte noiosa è finita. Scopri gli spot austriaci più cult degli anni 90-2000 che hanno fatto tremare Britney Spears e Bon Jovi.